Per chi è sonnambulo… E così come era nei nostri desideri il nostro weekend corto ha portato due successi PVL (3 – 0 in caso e 3 – 1 fuori casa). I nostri desideri erano confortati dalla costatazione che gli avversari erano in fondo alla classifica con zero punti. Ma essendo allenatore a me interessa come e perché questi virgulti siano riusciti a perdere quell’unico set (in vantaggio 20 a 14) perché esso rivela tanto di quel mondo che questi imberbi ominidi vivono senza che nessuno se ne accorga. A loro è sempre stato dato come modello il “sano realismo” della tecnica che li esime dal compito delle scelte. Ma le scelte si fanno partendo dalla conoscenza. E su questo vorrei soffermarmi. Nella vita non conosciamo chi abbiamo di fronte a noi, figurarsi quando incontriamo uno sconosciuto. Ed in questa situazione noi vogliamo placare quell’ansia che ci domina : ma il problema è che non conosciamo la natura di questa inquietudine. I nostri virgulti hanno l’ansia di risolvere subito tutto quello che li turba con questo “sano realismo”, ma questo tentativo spegne quella parte che è veramente sana e che noi adulti tanto invidiamo: i sogni; verso i quali potrebbe orientarsi quel residuo di desiderio che ancora in loro è rimasto. Per motivarli ed a indurli a non rassegnarsi occorre un serio esame della realtà che non nasconda la verità sulla qualità della vita in questa epoca. La nostra quotidianità è permeata da “quell’ ospite inquietante” che è il nichilismo. Non serve a niente metterlo alla porta perché è ovunque in modo invisibile e occorre guardarlo bene in faccia. Guardarlo bene in faccia significa congedarsi da quella visione del mondo secondo la quale il futuro è quel tempo che, a differenza del passato e del presente, è pensato come assolutamente positivo, nel senso che i mali troveranno il loro rimedio: nella salvezza per la religione, nel progresso per le scienza, nella giustizia sociale per Marx, nella salute dell’anima per Freud. Questa visione ottimistica diventa un inganno se si rimuove questo annullamento della realtà che è la sintesi del nostro tempo. Oggi la condizione presente in molti giovani è che ” manca lo scopo, manca la risposta ai perché, tutti i valori si svalutano “. Se manca lo scopo, com’è possibile far tornare ai ragazzi la voglia di sognare se per loro il futuro non è una promessa ma una minaccia? E allora non sognano perché sono passivi e rassegnati oppure sono passivi e rassegnati perché il futuro è per loro così vuoto da non offrire alcuna risposta al perché impegnarsi. A tutto questo si aggiunge il fatto che mentre noi potevamo attingere all’esperienza dei nostri padri, i ragazzi di oggi non possono attingere alla nostra esperienza. Vivono infatti in un altro mondo a noi scarsamente accessibile perché radicalmente diverso, con canali di comunicazione ai nostri tempi del tutto impensabili, dove l’emozione vince in rapidità sulla riflessione, dove l’immagine sollecita il desiderio che vuole subito la soddisfazione, perché non conosce più i tempi dell’attesa della fatica quotidiana necessaria per raggiungere con il tempo la soddisfazione del desiderio. Ed è un questo tempo che si forma la coscienza di sé, di cui i ragazzi sono scarsamente forniti. Per loro le nostre parole sono vane. Possiamo solo ascoltarli per tentare di acquisire le coordinate del loro mondo è parlare soltanto quando loro ce lo chiedono. E ce lo chiedono soltanto se fin da piccoli abbiamo parlato con loro e non soltanto per sapere come andavano a scuola , per ascoltare i loro sogni , quando ancora non sapevano sognare. Se questo non è accaduto, le nostre parole non li raggiungono più. Li può raggiungere solo il nostro esempio. Ma noi adulti ne siamo capaci? E tu allenatore sei in grado di metterti in gioco? O ti nascondi dietro la tua tecnica ? Ci dobbiamo incontrare con i ragazzi e con il loro mondo per farli vincere dalla loro ansia e renderli consapevoli del loro grande potenziale. Dalle mie segrete stanze.
GZ